sabato 8 ottobre 2016


Buongiorno a tutti,

oggi ho deciso di parlarvi di una parte essenziale dell’automobile spesso, a torto, poco considerata: la ruota.

Fin dalle origini e per molti anni il legno ha costituito il materiale principale con cui venivano realizzate le ruote delle automobili. 

Quest'ultime infatti, essendo l’evoluzione delle carrozze, avevano mutuato da queste anche la tipologia delle ruote.
Nel corso del tempo, al legno vennero progressivamente associati materiali quali il ferro e la gomma, che arrivarono poi – come ben sappiamo –  a sostituirlo del tutto.



Come nel resto del mondo, anche a Torino le fabbriche specializzate nella realizzazione di carrozze cominciarono a produrre autovetture e ne migliorarono le parti essenziali, ruote comprese. Un esempio è la carrozzeria Diatto nata nel 1835 proprio come fabbrica di carrozze e diventata poi una delle pioniere tra le produttrici di automobili dei primi del 900.

I vecchi “carradori” - così si chiamavano i costruttori di carri e soprattutto di ruote - perfezionarono sempre di più nel corso degli anni la loro tecnica di lavorazione delle ruote, rendendole più silenziose ed elastiche. 

Ottennero tale risultato ricoprendo il cerchio esterno di legno prima con gomma piena e poi con gli antesignani degli pneumatici, frutto di anni di studi e brevetti di nomi diventati celebri: la Good year (brevetto “vulcanizzazione” del 1839 ), la Dunlop (brevetto “cerchioni elastici a camera d’aria” del 1888 ), i fratelli Michelin (primo pneumatico su PEUGEOT o PANHARD del 1895).



Certo, la strada fu lunga, tortuosa e piena di imprevisti. Ne è un esempio la storia della PANHARD che corse la “Parigi-Bordeaux-Parigi” con pneumatici Michelin, arrivando 17esima dopo circa 60 forature (!)




Le difficoltà nel costruire e/o riparare ruote sono molteplici, a partire dal reperimento dei legni giusti e con una corretta stagionatura. Questo presupposto, valido anche per la scocca in legno della vettura, è a maggior ragione fondamentale per le ruote, in quanto ogni difetto di costruzione ha ripercussioni dannose sull'intera struttura della vettura.

Le essenze di legno più usate nella costruzione delle ruote (comprese quelle dei carri e delle carrozze) sono l’acero, la quercia, l’acacia, l’olmo e il noce, che devono però avere una stagionatura di almeno 10 anni.

Non è peraltro escluso che in un'unica ruota vengano usati più tipi di legno; sono ad esempio possibili combinazioni di acero per il mozzo, quercia per i raggi e noce o acero per la corona esterna.


Va da sé che la corretta esecuzione è un lavoro per professionisti competenti. 




lunedì 1 agosto 2016

Buongiorno,

dopo avervi mostrato i modelli in legno per la ricostruzione dei parafanghi di una vettura d’epoca, vi parlerò di un altro elemento che necessita spesso di un restauro completo al fine di terminare a regola d’arte un’auto d’epoca:  la capote


Tutte le vetture “scoperte”, piccole o grandi, spyder o torpedo che siano, necessitano di una capote.
In alcuni casi gli archi che la compongono sono solamente metallici – ed esulano quindi dalla mia competenza di scoccaio - in tanti  altri, invece, tali archi metallici vengono ricoperti da centine in legno.
Spesso, anzi, la parte finale di tali archi rimane a vista, non nascosta cioè dalla tela della capote, quindi le essenze di legno che la costituiscono devono essere di legni pregiati. 






Gli archi in legno servono soprattutto nelle vetture più grandi. Questo non solo per dare un supporto su cui inchiodare la pelle o la pegamoide, ma anche per dare una linea più morbida alla capote stessa. Ecco perché gli archi non sono tutti della stessa sezione e forma, ma ad esempio quello anteriore e l’ultimo sono di dimensioni maggiori.

Le modalità di costruzione della capote variano a seconda del periodo e della provenienza dell’auto d’epoca. Così possono essere in un pezzo unico piegato a vapore, oppure in parti giuntate da incastri di diverse tipologie.






Spesso si procede con la ricostruzione totale della capote. Più difficile è la riparazione di quelle originali, la cui fattibilità è strettamente legata allo stato conservativo. 

















sabato 11 giugno 2016

Buongiorno a tutti!

Nei miei post passati avevo parlato e fatto vedere solo di sfuggita quella parte del mio lavoro che riguarda la costruzione dei modelli in legno per la battitura delle lamiere.

In questi casi, diversamente dalla scocca, il legno non rimane nella vettura, ma serve unicamente per la costruzione del pezzo in lamiera mancante.

Come avete  potuto vedere nei post precedenti, questo capita spesso, anche per le calandre dei radiatori, nonché per la battitura dei parafanghi e delle vetture d’epoca (caso che vedrete negli esempi di oggi).










Per la costruzione dei modelli dei parafanghi vale la stessa procedura che vi ho descritto in precedenza con le scocche in legno, bisogna cioè partire da un disegno in scala 1:10 e portarlo in scala 1:1, disegnando poi delle sezioni ogni 20 cm.

Se come spesso accade i disegni delle case automobilistiche non esistono oppure comunque non si trovano, bisogna accontentarsi delle foto originali della vettura. 

E allora... buona ricerca!