lunedì 1 agosto 2016

Buongiorno,

dopo avervi mostrato i modelli in legno per la ricostruzione dei parafanghi di una vettura d’epoca, vi parlerò di un altro elemento che necessita spesso di un restauro completo al fine di terminare a regola d’arte un’auto d’epoca:  la capote


Tutte le vetture “scoperte”, piccole o grandi, spyder o torpedo che siano, necessitano di una capote.
In alcuni casi gli archi che la compongono sono solamente metallici – ed esulano quindi dalla mia competenza di scoccaio - in tanti  altri, invece, tali archi metallici vengono ricoperti da centine in legno.
Spesso, anzi, la parte finale di tali archi rimane a vista, non nascosta cioè dalla tela della capote, quindi le essenze di legno che la costituiscono devono essere di legni pregiati. 






Gli archi in legno servono soprattutto nelle vetture più grandi. Questo non solo per dare un supporto su cui inchiodare la pelle o la pegamoide, ma anche per dare una linea più morbida alla capote stessa. Ecco perché gli archi non sono tutti della stessa sezione e forma, ma ad esempio quello anteriore e l’ultimo sono di dimensioni maggiori.

Le modalità di costruzione della capote variano a seconda del periodo e della provenienza dell’auto d’epoca. Così possono essere in un pezzo unico piegato a vapore, oppure in parti giuntate da incastri di diverse tipologie.






Spesso si procede con la ricostruzione totale della capote. Più difficile è la riparazione di quelle originali, la cui fattibilità è strettamente legata allo stato conservativo.