Buongiorno a tutti,
le auto e le corse hanno da
sempre affascinato l’uomo: il brivido della velocità; il fascino del pericolo mentre
si corre a bordo di un bolide alla ricerca di un traguardo; la lotta non sempre “cavalleresca” contro il
tempo e gli avversari. Perché vincere,
dominare, raggiungere e superare i propri limiti è da sempre l’obiettivo del
pilota.
Questo concetto vale per tutto il mondo e anche
in Italia lo si conosce da sempre. Da noi sono nate le corse più belle del mondo: la
Targa Florio, considerata la corsa più antica (1906); la Milano-Laghi del 1924, la prima strada realizzata per correre (non un circuito come ad Avos), e molte altre. I nomi di tali corse e dei “pazzi” che montavano quelle quattro ruote sono leggenda.
Tanto è stato scritto sulle corse
automobilistiche e molto altro ancora si potrebbe dire, anche solo per parlare
di quelle curiosità sconosciute a molti. Come il fatto che quelle “nonnine scoppiettanti” non
avevano nulla da invidiare in fatto di velocità ai bolidi odierni. La Mercedes W125 Avus del 1937
superava i 350 km/h e le stesse auto da corsa dei primi decenni del 900’, pur
essendo molto pesanti e con freni nei
primi tempi solo sulle ruote posteriori, superavano i 140 km/h (correndo su certe "strade", per di più!)
Le corse davano anche un notevole aiuto all’industria automobilistica. Le
vetture i cui marchi vincevano le corse più famose diventavano infatti automaticamente
le auto più desiderate e anche oggi quelle macchine restato il sogno di molti
appassionati.
In passato vi ho fatto vedere il restauro di uno
di quei “bolidi”, la FIAT 501 S del 1921 (post del febbraio 2014), oggi invece
vi mostrerò un'altra mitica vettura da
corsa e cioè la ALFA ROMEO RL del 1923- 25.
Per quanto riguarda il suo
restauro non mi dilungherò sul modo di eseguirlo perché è del tutto simile agli altri da me descritti. Vi mostro invece
la scocca in legno come risulta priva delle lamiere che la rivestono. Giudicate
voi se non è proprio bella.